lunedì 9 luglio 2012

La Voce dei Critici




Pictures by Gianpiero Actis provide inspiration to writers such as myself: the seascapes, woods and city scenes inspire poetry and poetic prose. In fact, his picture of a street lamp belonging to a past era triggered in me a poem which covered past and present in the life of one couple.
While I was being inspired by his paintings, he meantime had illustrated one of my poems... the subject of AUTUMN produced a marvellous range of Arabic style tiles and friezies by the painter.
Who knows who will inspire who next ?
What I’d like to say to Gianpiero Actis is that we will both continue painting and writing with the hope that more cross fertilisations can take place.
Aeronwy Thomas
New Malden,  8th February 2006


Gianpiero Actis chooses his colors and places his lines with great precision and with the insight and the spirit of a great artist.
Together, they create an air of mystery and enchanting harmonies.
His paintings, The Spire and Hills, The Mirror and The Door have lyrical, colorful and surrealistic compositions...
They invite the viewer to enter a world of wonderful concepts, thoughts and emotions.
Adel Gorgy, Long Island, N.Y., 2009


GIANPERO ACTIS: TRA REALTA’ ED ASTRAZIONE
Gianpiero Actis è da molti anni che dipinge. Forse da sempre. Da quando era al liceo ed il suo professore di Storia dell’Arte, Riccardo Chicco, noto ed estroso pittore torinese, gli ha trasmesso l’amore (stavo per dire il virus) per questa forma espressiva che nasce dall’animo e, come la poesia e la musica, la si coltiva, prima ancora che per gli altri, per se stessi. E’ quello che ha sempre fatto Gianpiero Actis, anche se impegnato con il lavoro su un’altra frontiera, quella della scienza, a fare il medico. Il pittore è venuto sempre dopo, nel segreto di un altro studio, forse nel ricordo dell’antico maestro. Quasi a rincorrere il sogno di far coincidere realtà ed astrazione, risonanze interiori e ritmi geometrici, lacerti di realtà con le anomalie dell’esistere, la gioia esplosiva dei colori con un mondo ordinato ed incontaminato, riscontrabile nei paesaggi finemente idealizzati.
L’elemento generativo, infatti, non è mai la rappresentazione fine a se stessa. Sovente è un pretesto per giungere alla composizione delle forme, calibrate sull’evocazione di stati d’animo o nel disvelamento di una nascosta interiorità.
Il passaggio dal significato al significante diventa, quindi, gioco sottile di stile, che è la cifra inconfondibile di questo pittore torinese, che ama duettare, come vedremo più avanti, con la poesia e la musica.
Un elemento figurativo ricorrente, per esempio, nell’opera di Actis, è l’albero. Molte sue opere prendono nome e significato da questo elemento che ora è “L’albero dei colori”, un emblematico olio del 1972, ora “Cadono le foglie” (acrilico del 2006) o “Inverno”, (acrilico 2006) e ancora, nel novero delle stagioni e dei ricordi assegnati a questo elemento figurativo, “Primavera” (acrilico 2006). L’albero, in queste opere, è figura centrale della composizione, quasi un archetipo freudiano legato ad una struggente nostalgia, che però albero non è. Gli alberi di Actis, infatti, non portano “i nidietti della primavera”. Non hanno fronde. Ma hanno la capacità di generare colori, fasci di emozioni o tessere-foglie che il vento porta via come ricordi di un tempo che fu. Ed è per questo, forse, che quadri così evocativi hanno potuto ispirare poeti, ma qui è il caso di dire poetesse, come Aeronwy Thomas, figlia di uno dei più grandi poeti inglesi del Novecento, Dylan Thomas, amica di Actis e della sua famiglia per antica frequentazione, la quale spesso fa coincidere i temi della sua poesia con quelli pittorici dell’amico torinese. Messi a confronto, versi e colori si richiamano sulle pagine di un bel catalogo patinato o nel corso di un incontro culturale, che un’abile regia mette assieme, magari con un sottofondo musicale. Ciascuna di queste forme espressive segue però la sua strada, ed è giusto che sia così. E laddove Aeronwy Thomas indugia sugli aspetti narrativi, ossia sui temi dinamici che fanno procedere il suo racconto poetico, Actis prende la scorciatoia della sintesi. Per lui il quadro è una superficie dipinta con regole interne che sa padroneggiare con estrema abilità, per giungere a determinati respiri spaziali che esulano spesso dalla rappresentazione realistica od imitativa. I fasci di luce, per esempio, che si sprigionano da opere come “Il lampione” o “La guglia”, due acrilici del 2006, s’intuisce che vanno ben oltre il limite della cornice, facendo percepire al fruitore, al di là della nostalgia per un tempo ed un luogo che furono, un senso di libertà e di infinito che ha come fine il superamento del quadro stesso.
In questo senso, gran parte dell’opera di Actis è invenzione astratta, anche quando c’è un elemento generatore che vuole in qualche modo tenerci legati alla realtà. Ed è su questo fronte che i suoi temi si prestano ad innescare interferenze con le arti e tra le arti, come spesso accade negli incontri organizzati da “Immagine&Poesia”, un movimento artistico-letterario guidato da Lidia Chiarelli ed inaugurato qualche anno fa a Torino, in cui pittura, poesia e musica s’incontrano con esiti di straordinaria efficacia.
FRANCESCO PRESTIPINO, Torino,  2009



La pittura solo apparentemente semplice ma certamente immediata di Gianpiero Actis, esplicita nel suo definire con nettezza e rigore colori e contorni, rivela un legame strettissimo con le sperimentazioni del novecento. Il secolo scorso viene compresso e lasciato sedimentare nello spirito dell’uomo che ha guardato, apprezzato, studiato, maturato l’arte che ha vissuto nei suoi anni giovanili e che solo dopo, molto dopo ha iniziato a produrre in prima persona.
Le esperienze artistiche del secolo diventano la base di un linguaggio pittorico che trova nella spontaneità la sua realizzazione e nella sintesi istintiva di molteplici tendenze la sua ricchezza. I diversi influssi sono presenti ma tanto amalgamati da divenire una espressione unitaria e fortemente coerente. Poiché “ogni pittore dipinge sé” ecco che spontaneità e sintesi istintiva ci riportano l’uomo insieme al rigore ed alla sempre presente ricerca di chiarezza. Un retaggio artistico complesso incontra il fascino del definire e con spontaneo rigore genera un’arte che porta il profumo del secolo appena trascorso nel piacere di guardare il nuovo.
Massimo Alfano, Torino, 2008


Forme stilizzate e colori iridali per una pittura di soffuso lirismo
Gianpiero Actis ha un rapporto diretto con la scienza e con la fenomenologia della visione, in quanto medico oculista e creatore d'immagini, opere da vedere. Tuttavia la pittura dell'Artista non ha caratteri riconducibili alla scienza medica, giacché i dipinti non nascono dalla razionalità scientifica o dalle acquisizioni teoriche, ma sono scaturigine d'impulsi emotivi, di moti d'animo spontanei e improvvisi o ispirati dalla parola lirica, da composizioni poetiche o da brani letterari di particolare suggestione. Ne derivano forme stilizzate al limite del riconoscibile, in equilibrio tra figurazione e astrazione, tra identificabile e informale, in un tripudio di colori in alternata opposizione di caldi e freddi, di chiari e forti, di saturi e insaturi, nel rispetto della gamma contenuta nella "finestra ottica", che irradia le frequenze dei colori dell'Iride. L'andamento delle forme è sempre dinamico, fluido e centrifugo, in un anelito di "fuga" radiocentrica, verso un infinito indeterminato, metafora di un desiderio utopico d'espansione cosmica dell'anima, che avverte le angustie della costrizione terrena. Le poesie ispiratrici sono un pretesto aulico di esprimere, attraverso i morfocromatismi, le inquietudini che la vita contemporanea genera nel cuore dei pensanti, delle quali liriche Actis reinterpreta, nel parallelismo pittorico, le ansie di un'umanità insofferente dell'asfissiante farragine modernista. Sovente i soggetti dell'Artista evocano, nella fattura stilizzata, diversificate configurazioni naturalistiche ideali o metafisiche o surreali, e confermano la propensione dell'Autore di ricostruire le visioni paesaggistiche secondo un'idea di semplicità, di candore quasi primordiale, per ritornare all'immaginario che alberga nella mente, nel cuore e nei sentimenti degli spiriti puri. La stilizzazione geometrica è il prolungamento del principio filosofico antico secondo il quale "Aei ó Theos gheometrei" (Dio geometrizza sempre). In sigle stilistiche aggiornate e con tematiche liriche espressionistiche Actis richiama i moduli pittorici del Futurismo d'avanguardia che non esalta, però, la velocità delle macchine, ma esterna i palpiti concitati dell'interiorità.
Enzo Papa, Torino, 2008


Il fruitore che si trova ad osservare la pittura di Gianpiero Actis è conquistato subito dalla limpida tavolozza espressiva, dove i soggetti emergono in un linguaggio come dentro sequenze scenografiche in movimento e si aprono a continui spazi inafferrabili, nello splendore cromatico dell’abbraccio lirico, che si espande di là dalla figurazione e delle superfici tattili.
Nelle opere qui pubblicate e dedicate ai racconti di Italo Calvino, per l’omonima mostra, il pittore esplode in un genuino bagno di poesia; forme, colori e atmosfere conquistano una sconfinata pagina di pathos, in cui l’animo poetico si accende in folgoranti metamorfosi polisensoriali, fra germogli istintivi soffusi di narrazioni emotive, oltre i volumi e le definizioni del tempo personale, lumeggiato di epifanie e di chore linguistiche, declinate nei sussurri delle espropriazioni cromatiche.
Nelle composizioni di Gianpiero ogni appropriazione di materia si traduce nella dimensione rigenerante ed esplorativa, e gli ordini lessicali e semantici riflettono l’autenticità dei flussi e delle percezioni, irrorate dalla calda poesia, che lievita nel sogno aurorale delle creazioni”.
Basilio Cardaci, San Remo, 2010


La fervida e costruttiva genialità sorretta da un sapiente uso della tecnica dà vita ad una creazione di grande impatto visivo rivelante lo spessore artistico.
Anna Francesca Biondolillo, Palermo, 2010

In the paintings of Gianpiero Actis, colors, lines, perspectives and shapes are pieced together in intricate visual puzzles. His work joins elements of geometric abstraction, which is traditionally devoid of imagery, reminiscent of Mondrian, with the surrealist dreamlike pictorial elements of de Chirico and Magritte.
But, unlike Mondrian, who did not venture past pure shape and primary colors, and unlike the surrealists, whose dreams can fracture into discordant or disturbing images, in the paintings of Gianpiero Actis, there is a prismatic break into an altered landscape—a landscape that is not dark or troubled but bright and full of hope.
In his work, symbols, some ancient, some universal, some so mysterious they are known only to him, lead the viewer to open doors, sometimes actual doors, to both the landscape of the painting and the landscape of the mind. He invites us to enter his own, personal world, and it is an uplifting universe of pure color and light.
Mary Gorgy, Long Island, N. Y., 2010



Esposizione al Piemonte Artistico Culturale.
Le opere di Gianpiero Actis, medico oculista con un forte interesse artistico, sono realizzate con tecniche miste ed alcune tendono alla sperimentazione formale, come Farfalle, quadro con richiami naïf nel quale vengono sovrapposte due tele per produrre un secondo piano sul quale far vivere queste creature, che si svincolano dallo sfondo, senza però distaccarsene, ma anzi amalgamandosi.
Actis è socio fondatore del Movimento “Immagine & Poesia” per l’interazione e l’integrazione delle arti, le sue creazioni trovano infatti il loro germe in poesie e a volte anche nei sogni.

In Istruzioni ai pittori e ai poeti, tratto dalla poesia di Lawrence Ferlinghetti, un grande occhio si distingue tra una profusione di morbide forme colorate rimandando agli occhi portatori di luce della poesia.
Ambra Micheletto, Torino

Il Corriere dell’ Arte
11 febbraio 2011

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